Palazzo Alfieri è un edificio di Asti molto conosciuto in quanto casa natale del poeta Vittorio Alfieri. Il palazzo in stile barocco, è situato in corso Alfieri nel rione Cattedrale ed è la sede del Centro Nazionale Studi Alfieriani.

Il Palazzo, ad impianto sicuramente medievale, passò di proprietà della famiglia Alfieri verso la fine del XVII secolo, come attestato da un atto notarile datato 1696, ma il Gabiani nel suo libro Le torri, le case-forti ed i Palazzi medievali in Asti, edito nel 1906, documenta la proprietà già agli inizi del Seicento.

Bera, nel suo libro Asti, edifici e palazzi del medioevo del 2004, traccia l’ipotesi che il palazzo anticamente fosse una fitta serie di edifici medievali appartenenti alla famiglia Cacherano, fortemente radicata nell’isolato prospiciente.

Nel 1736 la famiglia decise la ristrutturazione dell’edificio per opera dell’architetto Benedetto Alfieri.

Nel XIX secolo il Palazzo appartenne per lungo tempo alla famiglia Colli di Felizzano, in quanto Marianna Cristina Canalis, figlia di Giulia Alfieri (sorella del poeta), aveva sposato Luigi Colli Ricci, conte di Solbrito e marchese di Felizzano.

Le ultime tracce medievali, scomparirono all’inizio del Novecento, in seguito ai lavori finalizzati alla trasformazione dell’edificio in museo ed alla costruzione della Biblioteca civica ad opera del conte Leonetto Ottolenghi.
In particolare, l’ala est del palazzo mantenne fino a quel momento un salone con soffitto a “cassettoni” con fregi secenteschi raffiguranti imprese araldiche della famiglia.
In oltre, verso piazza Cairoli vennero demoliti alcuni edifici rustici di servizio costruendo la facciata ovest riprendendo i caratteri della facciata principale.

Luigi Colli Ricci, conte di Solbrito e marchese di Felizzano

Il conte Ottolenghi donò il palazzo al Comune di Asti, che attuò altri rimaneggiamenti nel 1923 ( restauro di due camere al piano nobile e collocazione del busto di Vittorio Alfieri nel cortile) e nel 1939, 1949 e 1958.