«Censimento e edizione dei Commenti danteschi»

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, Fonds italien 1015 (Ancien fonds 8138)

descrizione

Cart., sec. XVI in., cm 19 x 13,5, cc. III + 262 + III', num.

mani

Tre mani: A, principale, in scrittura corsiva a piena pagina; B, in inchiostro più scuro, per il primo e più

 

abbondante strato di glosse; C, in inchiostro più chiaro (rosato) e con punta di sezione più larga, per lo

 

strato successivo (a c. 45v C interviene sulla chiosa di A per correggerne un errore meccanico).

illustrazioni

Illustrazione non eseguita (spazi riservati per le iniziali rimasti bianchi).

contenuto principale

Cc. 2r-262r, PIETRO ALIGHIERI, commento alla Commedia (I redazione).

Incipit: Inf. I 1, "Hoc capitulum prohemiale est, ergo dividitur principaliter in quattuor partes"; proemio

 

Purg., "Pro evidentia istius secundae letterae quaero primo de quo purgatorio auctor noster tractare

 

intendit"; Purg. I 1 "In hoc capitulo auctor praemisso primo exordio"; proemio Par. "Nota auctorem

 

nostrum procedere more solito de paradiso tertio mistice pertractando"; Par. I 1, "Dividitur hoc capitulum

 

in duas partes".

 

Glosse marginali, talvolta fitte, ai canti I-XXII dell' Inferno, tratte dal commento di ALBERICO DA

 

ROSCIATE, ai luoghi seguenti: c. 6r, la lonza come vanagloria; Inf. I 60 (caduta nel vizio), 63 (Virgilio "per

 

lungo silenzio parea fioco" in quanto autore in disuso), 101 (nuova età dell'oro, in cui il veltro, di umilissimi

 

natali, disprezzerà il peltro, cioè il danaro, e salverà l'Italia, definita umile e contrario, poiché è superba e

 

piena di vizi), 121 (il pagano Virgilio, cioè la ragione, non potrà guidare Dante nel paradiso, ove è necessaria

 

Beatrice, la teologia); II 1 (notte come discesa nel regno infernale del vizio), 13 (catabasi eneadica); c. 14v, la

 

 discendenza degli eneadi; c. 15v e 16r, due glosse su Lucia e la catena salvifica; 17r, Virgilio è la filosofia

 

razionale, Stazio la morale; c. 17r, Matilde contessa di Mantova; III 7 (Dante ha paura di entrare

 

all'inferno), 18 (senza grazia divina non c'è ragione, senza ragione si è bestie); IV 1 (concetto di limbo), 34 (i

 

non battezzati, David, Rachele, Mosé), 121 (Ettore figlio di Priamo come  Enea di Anchise, Elettra moglie

 

di Atlante edificatore di Fiesole); V 1 (i lussuriosi e Minosse), 40 (gli storni e le gru); c. 25v, Ecuba,

 

preceduta da elenco eroi troiani e achivi; VI 1 (I golosi); VII 1 (esclamazione di stupore, da parte di Pluto,

 

perché Dante è vivo); c. 28v, liberalità e avarizia secondo Aristotele; c. 30r, la fortuna secondo Aristotele,

 

Tommaso, De fatu, e Gegorio Magno; VII 89 (fortuna instabile), 104 (onde bige, cioè oscure), 104

 

(iracondi), 122 (iracondi e accidiosi), 13 (velocità di Flegias), VIII 52 (Dante contento della pena di Filippo

 

Argenti); c. 35r, VIII 79  (grandezza del cerchio, stupore dei dannati per Dante vivo); IX (la città di Dite arx

 

 erethicorum); 34 (le tre furie), 52 (storia di Medusa); c. 36v, le tre forme, superna, terrena e ctonia, delle

 

furie; IX 55 (salutifero consiglio di Virgilio; non guardare Medusa), 82 (il messo celeste che avanza

 

tergendosi dal volto l'untuosa aria infernale è interpretato come costanza della giustizia divina contro i

 

peccatori che a lungo rimasero nel peccato senza confessione), 64 (gli angeli aprono le porte infernali), 89

 

(potestà divina cui nessuna creatura può opporsi), 91 (significato di "dispetta"; recalcitrare  a Dio è infine

 

impossibile), 97 (favola di Teseo); 109 (la sepoltura degli eretici, suo significato), 129 (giustizia di Dio

 

eguale contro ogni setta eretica); X (poiché non era sufficiente il precedente canto, anche questo è dedicato a

 

 trattare degli eretici), 22 (Farinata); XI 70 (glossa non perspicua: "si anima est ego eam perdidi propter

 

partialitates"), disegno morale dell'inferno (continua fino a c. 42v), XI 8 (papa Anastasio vissuto al tempo

 

di Teodorico), 9 (Fotino eretico monofisita), 106 (la condanna del lavoro derivata all'uomo dal peccato nel

 

Genesi); XII, invidiosi e fraudolenti; XII 12 (storia di Pasifae); c. 46r, Silla; XII 38 (catabasi di Cristo,

 

genesi della roccia), 49 (la cupidigia), 52 (i centauri), 109 (Ezzellino da Romano), 119 (parafrasi latina; in

 

gremio Dei), 120 (storia di Edoardo d'inghilterra), 134 (Attila fu un ungherese crudelissimo), 118 (Guido di

 

Monfort), 134 (Pirro figlio di Achille); XIII (i suicidi, violenti contro se stessi); XIV (i violenti contro il

 

prossimo); XIV 94 (età dell'oro, veglio di Creta); XV (i sodomiti); XVI 22 (gli antichi gladiatori), 37, 38 e 44

 

 (rispettivamente Gualdrada, Guido Guerra, Iacopo Rusticucci), XVI (inizio dell'ottavo circolo, sua

 

suddivisione); 10 (la faccia di Gerione, forma della frode), 52 (descrizione riassuntiva degli usurai con le

 

borse stemmate), 63 (l'arma degli Obriachi), 58 (l'arma dei Gianfigliazzi), 64 (l'arma degli Scrovegni), 72 (il

 

"cavalier sovrano" è un miles fiorentino), 85 (la "quartana" è un accesso di febbre; Gerione fu re

 

d'Inghilterra); Inf. XVIII (i lenoni e i seduttori); XVIII 42 (Venedico Caccianemico, che prostituì la sorella),

 

86 (Giasone), 133 (Taide); XIX 1 (concetto di simonia), 21 (il "sugello" è elemento che garantisce

 

l'immodificabilità d'un testo), XXII (il peccato dei barattieri).

contenuto secondario

C. 1rv, Excerpta dalle tragedie di Seneca;

 

cc. 185r-186v, [Antonio da Ferrara], "Credo di Dante";

 

cc. 262rv, Menghino Mezzani, epitafio "Inclita fama" (inserito nel corpo del commento).

bibliografia

BATINES, t. I, p. 639 n° XIV; t. II, p. 247 n° 440; ROCCA, p. 347;  AUVRAY, pp. 88-90; IMIBF, I, p.

177; J. P. BOWDEN, An Analysis of Pietro Alighieri's Commentary on the 'Divine Comedy', New York,

 

(s. i. t.), 1951, p. 23; CHIAMENTI, n° 22.

note

Il commento è anepigrafo e adespoto; un'etichetta cartacea della B.N. lo identifica. Il ms. non è menzionato

 

da M. Petoletti, "Ad utilitatem volentium studere in ipsa comedia": il commento dantesco di Alberico da

 

Rosciate, in IMU 38 (1995), pp. 141-216. Lo studioso individua due redazioni del commento di Alberico;

 

si nota che alcune tra le chiose del nostro cod. sembrano esser tratte da sommari dei canti; la presenza di

 

tali sommari è caratteristica esclusiva della II redazione (Petoletti, p. 184).

schedatore

Sonia Gentili

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, Fonds italien 1469 (ancien La Vallière 19; 3569)

descrizione

Membr., sec. XV ex., cm 35 x 26,5, cc. I + 320 (più un'ultima carta rigata ma non scritta, e non num) + I',

 

num.

mani

Una sola mano in littera antiqua.

illustrazioni

Aniconiche (numerose iniziali decorate con tralci fitomorfi; iniziali miniate per ogni capitolo; a c. 2r ricco

 

fregio fitomorfo sui quattro lati, con puttini e altre figure umane. Stemma di Francesco I).

contenuto principale

Cc. 2r-320v, Inferno con rubriche in volgare di tipo C e col commento.di GUINIFORTE BARZIZZA.

Incipit: proemio, "Incomincia lo comento sopra lo 'nferno della Comedia de Dante Aldrigeri firentino (sic)";

 

c. 4r, "Qui se fa la divisione de l'opera. Nel meço del camin etc. Dante per li respetti sopradetti distingue la

 

Comedia in tre cantiche"; c. 4v, "Seguita el primo canto de lo nferno ove se tratta como retrovandose Dante

 

in una selva"; Inf. I 1-12, "Per doi cagioni puotemo dire che Dante descrive il tempo".

 

Rare annotazioni marginali.

contenuto secondario

Assente.

bibliografia

BATINES,  t. I, pp. 652-3, t. II, p. 249 n° 443; R. FULIN, I codici di Dante Alighieri in Venezia, Venezia,

P. Naratovich, 1865, p. 93, Anm. 1; IMIBF, vol. I, pp. CV, CVI e 237; AUVRAY, pp. 112-4 n° 40, pp.

 

170-5; PROMPT, pp. 316-7; PETROCCHI, p. 492; M. RODDEWIG, Eine unbekannte Handschrift des

 

Barzizza-Kommentars zu Dantes Inferno in Madrid, in AA. VV., Festschrift fur H. L. Scheel, Tubingen,

 

Italia viva, 1983, p. 355; RODDEWIG, n° 572; M. T. DE MARINIS, La legatura artistica in Italia nei

 

secoli XV e XVI, v. III, Firenze, F.lli Alinari, p. 25 n° 2621; M. ZAGGIA, Guiniforte Barzizza e il suo

 

commento dantesco, in AA. VV., Maestri e traduttori bergamaschi fra Medioevo e Rinascimento, a cura di

 

C. Villa-F. Lo Monaco, Bergamo, Civica Biblioteca Angelo Mai, 1998 (supplemento a "Bergomum", a.

 

XCIII 1998, fasc. 1-2), p. 141.

note

A c. 1v, dedica di Giacomo Minuzio da Milano al re di Francia Francesco I, datata 1519, ma il ms. ebbe un

 

precedente ignoto possessore dell'ambiente milanese.

schedatore

Maria Luisa Tanganelli

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, Fonds italien 1470 (ancien Navarre 42)

descrizione

Cart. (I' e II' membr.), sec. XV in., cm 29 x 21, cc. II + 91 + II', num.

mani

Una sola mano, in lettera bastarda con elementi di cancelleresca.

illustrazioni

Aniconiche (iniziali rosse e azzurre con motivi a gigli per le prime due cantiche; iniziale azzurra e bianca,

 

filigranata, per il Paradiso. Iniziali di canto alternativamente in rosso e azzurro).

contenuto principale

Cc. 3r-89v, Commedia con rubriche in volgare di tipo A (la caduta di alcune carte tra le cc. 4-5 e 10-11 ha

provocato estese lacune; mancano i vv. Inf. III 37-VII 116; XIV 116-XIX 83) e con rade chiose (a c. 3r) in

 

antico francese e latino.

contenuto secondario

Assente.

bibliografia

BATINES, t. II, p.249 n° 444; IMIBF, I, pp. CVI, CVII e 238; AUVRAY, pp. 39-40 n° 16; PROMPT, p.

317; PETROCCHI, p. 492; MOMBELLO, I manoscritti , pp. 151-2; RODDEWIG, n° 573.

note

A c. 3r, fregio su tre lati, con motivi fitomorfi e animali fantastici. In basso, stemma della famiglia Borbone,

 

 d'azzurro a tre gigli posti due e uno. Il manoscritto, appartenuto a Giovanni II di Borbone, conte di

 

Clermont, fu da lui donato, nel 1453, al nobile Louis de la Vernade, come testimoniato dalle note di

 

possesso a c. 90r: "Iste liber est domyny Johannis de Bourbonnio comitis Clarimontis"; più sotto, di altra

 

mano: "Et preffatus dominus meus comes ipsum librum dedit mihi Ludovico de La Vernade, militi et

 

presidenti forensi Turonis in mense aprilis, anno domini MCCCCLIII, ante Pascha". Altre note di

 

possesso sono a c. 1r: "A mon très honnoure filz André, sieur de Vilequier" e a c. 66v, di mano del XVI

 

sec.: "Jehan Debue".

schedatore

Maria Luisa Tanganelli

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, Fonds italien 2017

descrizione

Membr., sec. XV m., cm 31,5 x 22, cc. I (mod.) + 381 + I' (mod.), num.

mani

Una sola mano in littera textualis.

illustrazioni

Iconiche (59 miniature di scuola lombarda, probabilmente del "Maestro delle Vitae Imperatorum") e

 

aniconiche (iniziali di modulo più grande con decorazioni fitomorfe e più piccole filigranate).

contenuto principale

Cc. 3r-381v, Inferno (mutilo in più parti) con rubriche in volgare di tipo C e con il commento di

GUINIFORTE BARZIZZA.

 

Incipit: prefazione, "Evidençiale anançi che se vegna alla exponcione del testo di Dante. Si nui volemo

 

considerar ben la condicione de l'anima cristiana trovaremo che prima da Dio creata munda sença macula et

 

dotata di ragione et di libero arbitrio"; Inf. I, "Canto primo del inferno ove se tratta como retrovatose Dante

 

in una selva et impedito da trei fiere montar a un colle, trova Virgilio lo quale il consigliò et diedesseli per

 

sua guida; Inf. I 1-12, "Per dui cagioni podemo dire che Dante descrive il tempo nel quale il se recognobbe

 

haver desviato da la via diritta secundo che in dui modi se puon intender quelle parolle".

contenuto secondario

Cc. 1r-2v, GUINIFORTE BARZIZZA, epistola a Giovanni d'Abiate (acefala).

bibliografia

BATINES, t. I, pp. 651-3; AUVRAY, pp. 115-27 n° 41, pp. 170-5; PROMPT, pp. 317-8; L.

VOLKMANN, Iconografia Dantesca, Die bildlichen Darstellungen zur Göttlichen Komödie, Leipzig,

 

Breitkopf & Härtel, 1897, p. 37; C. MOREL, Une illustration de l'Enfer de Dante, Paris, Librairie

 

Universitaire Welter, 1896; E. ROSTAGNO, recensione a C. MOREL, in BSDI, vol. IV 1897, pp. 47-8;

 

Mostra Storica Nazionale della Miniatura (Palazzo Venezia, Roma), Firenze, Sansoni, 1954, p. 180 n° 266;

 

B. DEGENHART, Die Kunstgeschichtliche Stellung des Codex Altonensis, in DANTE ALIGHIERI,

 

Divina Commedia. Kommentar zum codex Altonensis, edizione a cura di H. Haupt, H.L Scheel, B.

 

Degenhart, Berlin, Gebr. Mann Verlag, 1965, p. 83; PETROCCHI, p. 492; ILLUMINATED

 

MANUSCRIPTS, I, pp. 38-9, 318-21; E. PELLEGRIN, La Bibliothèque des Visconti et des Sforza,

 

Firenze, 1969, p. 36; MOMBELLO, I manoscritti, p. 192; M. RODDEWIG, Eine unbekannte Handschrift

 

des Barzizza-Kommentars zu Dantes Inferno in Madrid, in AA. VV., Festschrift fur H. L. Scheel,

 

Tubingen, Italia viva, 1983, p. 355; RODDEWIG, n° 574; P. TOESCA, La pittura e la miniatura nella

 

Lombardia, Torino, Einaudi, 1987, pp. 219-20; M. ZAGGIA, Guiniforte Barzizza e il suo commento

 

dantesco, in AA. VV., Maestri e traduttori bergamaschi fra Medioevo e Rinascimento, a cura di C. Villa-F.

 

Lo Monaco, Bergamo, Civica Biblioteca Angelo Mai, 1998 (supplemento a "Bergomum", a. XCIII 1998,

 

fasc. 1-2), pp. 139-41.

note

Alcune carte sono parzialmente tagliate, altre mutilate dal taglio delle miniature. Parziali restauri non

 

particolarmente accurati. In una carta di guardia, elenco delle carte mutilate (34 in tutto), fatto il 6 giugno

 

1887, al momento dell'acquisto da parte della Biblioteca Nazionale di Parigi. Incollato sulla prima guardia

 

ant. il rendiconto del restauro, datato 28 febbraio 1991: la c. 205 è divenuta 93bis; la c. 214 è stata

 

reinserita nella 185; la c. 215 è divenuta 99bis; la c. 366 è divenuta 313 bis; a causa di un errore di

 

foliazione, non ci sono le cc. 336-45. A c. 16 v, nota di possesso parzialmente cancellata. Il testo è

 

preceduto da una carta A, restaurata ed inserita nel codice al momento del restauro; sulla quale una mano

 

moderna ha annotato alcune informazioni sulla storia del manoscritto. Il commento fu composto su

 

incarico del duca Filippo Maria Visconti, nel 1440 ca. Le miniature furono eseguite nello stesso periodo dal

 

 "Maestro delle Vitae Imperatorum". Questo manoscritto così ricco venne confezionato per la

 

presentazione al duca stesso. Fu portato in Francia da Giovanni Caracciolo, principe di Melfi (1480-1555),

 

 per farne dono alla figlia; appartenne poi a Antoine de Cardillac (alla fine del sec. XVII). Fu ritrovato

 

casualmente dal filologo Gaston de Flotte, in un castello della Dordogna, ridotto in pessime condizioni

 

(varie miniature erano state strappate; in alcuni casi erano state malamente ricoperte le nudità presenti nelle

 

 miniature). Ventuno carte, con le relative miniature, furono asportate in seguito da G. Zaccheroni, autore

 

dell'edizione del Commento nel 1838, e formano ora il ms. di Imola, Biblioteca Comunale, 32.

schedatore

Maria Luisa Tanganelli

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 8701 (5916)

descrizione

Cart. (membr. la c. 150), 1370 (c. 141r), cm 27 x 20, cc. III + 150 + II', num.

mani

Una sola mano di Pietro di Martino de Guinzonibus (c. 141r, "Hoc opus finitum fuit ab anno incarnationis

 

domini nostri Iesu Christi mccclxx die sabati nono marcii. Quem quidem librum scripsit et finivit [eraso:

 

Petrus filius quondam domini Martini de Guinzonibus de Cene, mercator publicus in ++++]; cfr. anche c.

 

3r, "Si queris nomen scriptori vocatur de nomine Petri. Petri fuit nomen qui scripsit hunc volumen. Et si

 

herror inest in ista scriptura, vestra sit correctio qua ex meo ingenio deinde non corigo", e c. 61v, "Si queris

 

nomen scriptori vocatur de nomine Petri. Petri fuit fuit [sic] nomen qui scripsit hoc volumen. Fugi li pravi

 

et cum li boni conversa. Da quay non a si may cossa perversa"), in gotica ricca di elementi cancellereschi.

illustrazioni

Aniconiche (iniziali in rosso per il prologo e poi ad inizio di canto, talvolta filigranate).

contenuto principale

Cc. 6r-61v, ALBERICO DA ROSCIATE, Commento all'Inferno.

Incipit: prol., "Liber iste in tres partes principales dividitur"; Inf. I 1, "Sicut predictum est in hoc et

 

sequenti capitulo ponit prohemium in quo describit dispositionem humani generis".

contenuto secondario

Cc. 1r-3r, Indice del volume, preceduto da una sorta di introduzione scritta in prima persona dal trascrittore

 

ed organizzatore dei testi ivi contenuti;

 

cc. 4r-5r, inno liturgico "Salve regina";

 

c. 63r, visio monastica "De clerico quo locus damnatus apparuit. Tempore Henrici quarti";

 

cc. 64r-69r trattato di vizi e virtù "Liber scententiarum de virtutibus et criminibus. Dominus dixit in

 

Evangelio de Caritate";

 

cc. 69v-72v, bestiario "Expositio bestiarum quas in libris chanonice repperiuntur. Dicta de leone Rege

 

bestiarum";

 

cc. 73r-74r, lapidario "Liber de virtutum duorum lapidum";

 

cc. 75r-79r, "Liber Tobie";

 

cc. 80r-81r, "Flores de Sancto Victore"; "De scientia bene vivendi et De scripturis magistro Hugone

 

pariesiensi";

 

cc. 82r-111v, excerpta dall'opera Bernardo di Chiaravalle e vari testi scritturali e liturgici;

 

cc. 112v-116r, "Liber Esther";

 

cc. 117r-123r, "Liber Iudith";

 

cc. 124r-135v, "Liber Iob";

 

c. 136r, breve cronaca o leggenda storica "De pace inter Regem Arragonensem et comitem Santci Egidii

 

miraculose facta";

 

cc. 137r-141r, "Liber Eclesiasten";

 

cc. 142r-147r, novella latina "Ystoria regis franchorum et filie in qua adulterium comitere voluit";

 

cc.148r-149v, "Cantica Cantichorum";

 

c. 150rv, testo liturgico.

bibliografia

Catalogus codicum manuscriptorum bibliothecae regiae, t. IV, Parigi, Typographia Regia, 1744, p. 484;

AUVRAY, pp. 71-3; H. SUCHIER, La fille  sans mains, in "Romania", a. XXXIX 1910, pp. 61-76; G.

 

MERCATI, Codici latini Pico Grimani Pio e di altra bilbioteca ignota del secolo XVI esistenti

 

nell'Ottobonia e i codici greci Pio di Modena, con una digressione per la storia dei codici di S. Pietro, Città

 

del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1938 (Studi e testi, 75), p. 262;  Colophons des manuscrits

 

occidentaux des origines au XVIe siècle, t. V, Colophons signés (P-Z), Fribourg, Editions universitaires,

 

1979, n° 15708; C. SAMARAN-R. MARICHAL, Catalogue des manuscrits en écriture latine portant des

 

indications de date, de lieu ou de copiste, III, Paris, Centre National de la Recherche Scientifique, p. 79; M.

 

PETOLETTI, "Ad utilitatem volentium studere in ipsa Comedia": il commento dantesco di Alberico da

 

Rosciate, in IMU, vol. XXXVIII 1995, p. 155.

note

La c. 150, membranacea, reca una porzione di testo liturgico vergata in gotica e proveniente da altro ms., di

 

cui conserva, accanto alla nuova, la foliazione originale (143).

 

Questo il testo della prefazione al volume: "Incipit apparpatus [sic] Petri filii quondam domini Martini de

 

Guinzonibus de Cene super plurimis er diversis scripturis et ystoris descriptis et repertis per diversis

 

temporibus, et per diversa tempora recepta. Et descripsi eas et colegi cum essent in uno viridiario de

 

diversa fructa que non adhuc essent bene matura, sicut faciunt poma cedrina, quae maturantur per diversa

 

tempora; et sic scripsii ita que secontur infrascripta capitula, videlicet In secunda folia quaterni notata per

 

hec silaba .II."

 

Auvray e Suchier (p. 61) assumono la data della nota di c. 141r come data di copiatura del ms. Tuttavia la

 

data, a rigore, deve intendersi riferita all'opera subito precedente, ad ha per il cod. solo funzione di termine

 

cronologico. Incipit dei testi non classificati (visione, bestiario, lapidario, cronaca): c. 63r "Erant eo

 

tempore ++++++ Civitate duo clerici nondum pacientibus annis praesbiteri, literis affatim instructi, inter

 

se multum amici"; c. 64r "Maiorem caritatem nemo habet quam ut animam suam ponat quis pro amicis

 

suis. § Paulus apostolus dicit: "Ante omnia autem mutuam in nobis met ipsis caritatem continuam

 

habentes, quia caritas operit multitudinem pectorum"; c. 69v "Vicit leo de tribu Iuda radix Davit. Et cum

 

Iacob benedixit filium Iuda ait: "Catulus leonis Iuda filius de germine qui suscitatum eum" ; c. 73r "De

 

lapide ad amantem. Auctoritas dixit: "Est lapis qui dicitur ad amans "; c. 136r "Orta autem dissensio magna

 

 fuerat inter ipsum regem arragonensem et comittem sancti Egidii Raymundi" (una nota posta nel marg.inf.

 

colloca la cronaca "tempore Henrici primi"). L'oscillazione grafica  s/sc per sibilante sorda rilevata dal

 

Suchier per la novella La fille sans mains, in base alla quale, in unione con altri elementi, dallo studioso è

 

cautamente proposta una matrice linguistica spagnola, ricorre nei testi di tutto il cod. Il Mercati

 

identificava in questo cod. il ms. catalogato nel Vat. lat. 14065 (inventario di biblioteca poi confluita nel

 

fondo Ottoboniano) al n° 282. Antico possessore dopo il trasferimento in Francia: Mazzarino.

schedatore

Sonia Gentili

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 8702 (77662)

descrizione

Membr., sec. XV m., cm 25,5 x 16,5, cc. III + 142 + II', num.

mani

Una sola mano in scrittura corsiva umanistica su due colonne. A c. 1r, il titolo in corsiva "Commento antico

 

sopra Dante" è di mano di Celso Cittadini, antico possessore del codice.

illustrazioni

Aniconiche: per il prologo iniziale maggiore con ornamentazione fitomorfa e ornitomorfa in blu, verde, viola

 

ed oro, che si dispone come una cornice aperta sul marg. destro e su metà del marg. sup.; iniziali minori per

 

ogni canto in oro, ove il corpo della lettera è bipartito all'interno in viola e verde con filigrana oro, ed iscritto

 

esternamente in un quadrato blu anch'esso velato da filigrana in oro.

contenuto principale

Cc. 1r-142r, BENVENUTO DA IMOLA, Commento all'Inferno. Incipit : preambolo, " Ipse est mare

inundans, undique venientium indigentias resplens" ; proemio, "Premissa commendationem comuni tam

 

poetrie quam nostri poete"; Inf.  I 1, "Sed quod est medium iter nostre vite? Dicunt aliqui quod medium

 

nostre vite est somnus".

contenuto secondario

Assente.

bibliografia

AUVRAY, pp. 97-8; H. OMONT, Manuscrits envoyés d'Italie par Mabillon à la Bibliothèque du roi, in

Mélanges Mabillon, 1907, p. 10; M. C. DI FRANCO LILLI, La biblioteca manoscritta di Celso Cittadini,

 

Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1970, p. 86 n° 98; R. DESMED, rec. a DI FRANCO

 

LILLI, in "Scriptorium", a. XXVI 1972, fasc. 1 n° 159; RODDEWIG, Per la tradizione, p. 97 n° 26.

note

A c. 22v, nota marg. ad Inf. IV 1 relativa a Bruto marito di Porzia, figlia di Catone, accanto alle parole di

 

Benvenuto: "Tamen forte auctor mellius posuisset Portiam filiam Catonis eiusdem, que audita morte viri

 

sui Bruti, querens ferrum quo se occideret, nec inveniens, recurrit ad ignem et prunas accensas immisit in

 

os suum et sic se necavit inaudito genere mortis.". La glossa, rifilata, è lacunosa e poco comprensibile:

 

"Mar. [ ...]uris audisset fatum cum Portia Bruti subtracta sibi [...]eret arma de lo[...] [...]dam satis ait

 

mor[...] non posse negari [...] diram satis hoevos [...]venisse patrem  [...]sit et ardentis favi [...] bibit oun

 

favillas [...]anc et ferrum tantum [...]elesta riga". Il ms., come già sospettato dal Mabillon - che

 

probabilmente lo acquistò a Roma per tradurlo alla Nazionale parigina - e poi accertato dalla Di Franco

 

Lilli, proviene dalla biblioteca di Celso Cittadini. Nella scheda relativa al ms. la studiosa afferma che le

 

chiose non sono però di mano del bibliofilo senese.

schedatore

Sonia Gentili

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Città, biblioteca, segnatura

Paris, Bibliothèque Nationale, Nouvelles Acquisitions latines 552

descrizione

Cart., sec. XIV (1364) - XV (1469), cm 19,5 x 13, cc. III + 140 + VI', num. 2-140 a partire da c. 1 (con

 

salto di c. 23, poi numerata 22 bis). Miscellaneo.

mani

Una mano principale di Giorgio Raspini di Ameno, in bastarda corsiva. Probabilmente di altra mano, in

 

gotica testuale, gli incipit e i versi dell' Ecloga Theoduli.

illustrazioni

Assenti.

contenuto principale

C. 23v, Purgatorio III 112-117 e 118-123, con due chiose latine (a Purg. III 112-117 e 121-123) e due

annotazioni esplicative latine marginali.

 

C. 55v (marg. inf.), "Stati contenti humana gente al qui / che se possuto aveste vedere tutto / mestier non era

 

 a parturire Maria", con chiosa latina.

contenuto secondario

C. 2r-v, Versi in latino e volgare (inc. "Pars prior. O caro mio thesor / Audi quod loquor, et non doler che

 

niora"), note varie, ricetta "Ad faciendum bonum atranientum";

 

cc. 3r-15v, Marco Tullio Cicerone, "Laelius de amicitia";

 

c. 22v, "Ave Regina Coelorum";

 

cc. 22 bis r-22 bis v, Gioco con i dadi per conoscere la fortuna; preghiera alla Vergine e altro;

 

c. 23r, Nota latina morale intitolata "Omne bonum in commune adductum magis elucessit";

 

c. 23v, Schema delle gerarchie angeliche, scritto in senso verticale, che non sembra essere in relazione con il

 

poema dantesco;

 

cc. 24r-50r, Storie bibliche in latino tratte da Prudenzio, accompagnate da commento misto di latino e

 

volgare;

 

cc. 50v-51v, Calendario gregoriano;

 

cc. 52r-53v, Testo poetico latino con rima al mezzo (topos della vita fuggevole, inc. "heu heu mondi vita,

 

quia me delectas ita / cum non possis mecum stare /quid me cogis te amare"), seguito da breve commento

 

latino;

 

cc. 54r-54v, Tre profezie su impero e papato, nota sull'ordine dei pianeti e sulla gerarchia angelica;

 

cc. 55r-137r, "Ecloga Theoduli" con commento latino;

 

cc. 137v-138r, Nota sui cinque sensi umani, sugli astri e sui tuoni;

 

cc. 138v-139r, Contrasto volgare di argomento religioso (inc. "In nome de dio et de la sancta trinitade / mi

 

sonto uno fantino de pichonia etade / et secondo lo mio pocho intellecto / dirai poche parole ma con bon

 

efecto"), seguito dall' etimologia di sacerdos, e da nota su S. Bernardo e sul moto del sole;

 

c. 139v, Genealogia dei Raspini, famiglia del curatore e trascrittore.

bibliografia

PETROCCHI, p. 493; D. TUNIZ, Codici novaresi riscoperti. Trattato di agricoltura di anonimo e testo per

 latinantes di Giorgio di Ameno del secolo XV, in "Novarien", a. XI 1981, pp. 289-92  (rec. in

 

"Scriptorium", a. XXXVII 1983, Bullettin codicologique, n° 367); C. SAMARAN-G. MARICHAL,

 

Catalogue des manuscrits en écriture latine portant des indications de date, de lieu ou de copiste, IV, 1,

 

Paris, Centre National de la Recherche Scientifique, 1981, p. 99; RODDEWIG, n° 577.

note

Sarebbe ipotesi maggiormente economica ascrivere anche le poche parti in gotica alla mano principale.

 

Tuttavia, poiché il trascrittore principale è "gramatice professor", e con tutta probabilità organizzatore

 

della raccolta, non pare possibile che a lui sia dovuto l'errore grossolano (Theodorus per Theodulus) che

 

affligge incipit ed explicit dell'Ecloga: questo testo nel commento è correttamente attribuito a Teodulo.

 

L'intitolazione Theodori Carmina si legge sul verso della seconda guardia ant., è di mano primoseicentesca,

 

e si riferisce al testo principale contenuto nel ms.; in realtà si tratta dell'Ecloga Theoduli, come tale definita

 

all'interno del commento. Il nome di Teodulo è invece corrotto in Teodoro nel titolo e nell' explicit, ove il

 

testo è chiamato liber Theodori: di qui l'errata intitolazione apposta sulla guardia. A cc. 24r-50r, nel

 

prologo al commento questi testi sono attribuiti a Prudenzio; si tratta di brevissime favole morali seguite da

 

 un commento costituito in buona parte dalla parafrasi in volgare del racconto. A c. 50r, "Georgius filius

 

Icobi Isolini Francini de Meno de Ripparia, diocesis novoriensis gramatice professor in Rodobio diocesis

 

vercellensis hoc totum finivit et scripsit sub anno domini currenti mcccclxiiiior die sexto mensis octobris";

 

c. 54r, la profezia è datata: "quod erit hoz anno currenti mcccclxiiii die sexto intrante mense aprilis"; c.

 

137r, al termine dell'Ecloga: "Finis. 1469, die veneris xviii augusti", seguito da "Explicit liber Theodori

 

commentatus et constructus, sed scriptus per Georgium natum Iacobi de Raspinis de Meno, districtus

 

Ripparie diocesis novariensis"; nel marg. inf.: "In castro Vertematense, diocesis Comi". Alla mano

 

seicentesca di "D. Coelestinus Porefice Benedectinus" è dovuta l'intitolazione del cod. apposta sulla II

 

guardia ant., e la nota di possesso" a c. 2v, marg. sup., in cui si ascrive il ms.al sec. XIV.

 

Possessori: oltre al citato D. Celestino Porefice, a c. 1v è il timbro con l'arma del conte Donato Silva, di

 

Milano, morto nel 1779.

schedatore

Sonia Gentili